A Itaca scoperta la casa di Ulisse!

 di Sergio Rinaldo Tufi
La notizia proveniente dalla Grecia è di quelle che accendono i pensieri: è stato trovato a Itaca, splendida isola greca dello Ionio, ricchissima di insenature e promontori, il palazzo di Ulisse, l’eroe omerico esaltato anche da Dante. Si tratterebbe del palazzo dove la moglie Penelope lo attese per interminabili anni durante la guerra di Troia e le successive peregrinazioni. L’annuncio è stato dato da Athanasios Papadopoulos, docente dell’Università di Ioannina (capitale dell’Epiro), che insieme con la moglie Lisa Papadopoulou Condorli dirige scavi nell’isola da 16 anni. Siamo in località Aghios Anastasios (Sant’Anastasio, dal nome di un’antica chiesa presente sul posto), sul ciglio di una falesia affacciata sul mare: un luogo suggestivo, che antiche tradizioni locali chiamano “Scuola di Omero”: anche qui, come in tanti altri siti in Grecia e altrove, incombe quindi la leggenda del grande poeta. La situazione è complessa: su due terrazze naturali gravitanti sulla ripida costa si svilupparono in epoche diverse due insediamenti: uno databile all’età del Bronzo (e più precisamente attorno al 1300 a.C.), uno di età ellenistica, che ha un punto di riferimento in una torre del IV sec. a.C. Nell’ambito delle strutture di età del Bronzo, spicca una fontana monumentale. Estremamente interessante anche il ritrovamento di alcune tavolette dipinte. Il professor Papadopoulos, che ha al suo attivo una solida esperienza su quel periodo in Grecia, ha citato come confronto due edifici celebri: il palazzo “di Nestore” a Pilo e il palazzo “di Agamennone” a Micene. Come si vede è un uso frequente, quando si ha a che fare con realtà risalenti più o meno all’epoca della Guerra di Troia (fra 1300 e 1200 a.C.), definirle convenzionalmente con il nome di eroi dell’Iliade o dell’Odissea. In archeologia, quando si verificano importanti scoperte, ben presto fra l’ammirazione e lo stupore comincia a serpeggiare il dubbio. A Itaca, poi, si erano già individuati “palazzi di Ulisse” in svariate località, ogni volta dando luogo a sospetti: l’ultimo annuncio era stato dato qualche tempo fa in località Pilicata. Nel nostro caso, una figura come quella di Papadopoulos offre certo maggiori garanzie, ma per alcuni studiosi sembra che ci sia qualche elemento da approfondire. L’eforo (soprintendente) dell’isola, Andreas Sotiriou, e il professor Bruno d’Agostino (insigne archeologo dell’Università “Orientale” di Napoli, che ora vive proprio a Itaca) ritengono per esempio che, in un sito dove (come si è detto) si sono sovrapposte nel tempo varie realtà, occorrerebbero indicazioni più precise dal punto di vista stratigrafico. Inoltre, mentre nei citati esempi di Pilo e di Micene la struttura di “palazzo” sembra definita (grande cortile circondato da numerosi ambienti), qui finora non si coglie la stessa chiarezza. Ci si augura, ovviamente, che Papadopoulos abbia ragione, e che le prossime campagne di scavo sciolgano ogni dubbio. Il monumento di Itaca potrebbe così inserirsi in un’epoca felice dell’archeologia ellenica: Emanuele Greco, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene, ci segnala che a Sparta e a Salamina si stanno scavando, ad opera di missioni diverse, strutture che sembrano davvero “palazzi” (che già vengono convenzionalmente definiti “palazzo di Aiace” e “palazzo di Menelao”…). A Sparta, in particolare, si sono trovate numerose tavolette di un archivio in “Lineare B” (la scrittura dell’età micenea) e pareti decorate con pitture: circostanza che conferma che quell’edificio ha dignità regale.