di Fausto Gasparroni
Il Papa, fu protagonista politico e uomo di fede
Cordoglio della Chiesa. Bagnasco, perseguì sempre il bene comune
La Santa Sede e la Chiesa italiana manifestano il loro cordoglio per la morte del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. Lo fa in prima persona papa Benedetto XVI, che e' stato immediatamente informato della notizia della morte di Cossiga, avvenuta alle 13.18 di ieri al Policlinico Gemelli. Il pontefice ha definito Cossiga ''autorevole protagonista della vita nazionale italiana e uomo di fede''. Lo ha riferito il vicedirettore della sala stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, anticipando che il papa farà pervenire un suo messaggio di condoglianze alla famiglia del senatore a vita scomparso e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Appresa la notizia della morte di Cossiga, il pontefice è rimasto ''profondamente addolorato'' e ''si è raccolto in preghiera'', ha riferito inoltre la Radio Vaticana. Oggi il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, si recherà all'ospedale Gemelli per pregare davanti alla salma. Cossiga aveva incontrato più volte Giovanni Paolo II, mentre nell'agosto del 2008 aveva pranzato con Benedetto XVI nella residenza estiva a Bressanone. Pochi giorni fa, l'arcivescovo Rino Fisichella era stato incaricato dalla segreteria di Stato, a nome del Papa, di informarsi sullo stato di salute dell'ex presidente ed era andato in visita al policlinico di Roma. ''Cordoglio e vicinanza ai familiari'' sono stati espressi, a nome di tutti i vescovi italiani, dal cardinale presidente della Cei Angelo Bagnasco, che di Cossiga ha ricordato ''il profondo senso dello Stato e l'intensa esperienza di fede, testimoniata nei lunghi anni dell'attività accademica e dell'impegno politico.'' ''Egli - si legge in una nota della Cei - ha servito il nostro Paese nei più importanti compiti istituzionali, in momenti assai delicati, sempre consapevole delle proprie responsabilità e attento al perseguimento del bene comune''. ''Un grande italiano, appassionato di questo Paese, appassionato della libertà'', lo definisce monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo di Terni, presule molto vicino a Cossiga. ''Un uomo di grande fede - così ne parla alla Radio Vaticana -, una fede magari austera, essenziale, ma che ha segnato l'intera sua vita, fin da ragazzo, anche il suo ingresso in politica. Perdiamo un grande italiano, un grande uomo di Stato''. Per l'arcivescovo di Terni, consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio, ''tutto sgorga da una prospettiva di fede, e nello stesso tempo questa fede gli ha dato un grande amore per il Paese, per la patria, e lo ha reso un lottatore caparbio; e la sua straordinaria intelligenza, che gli ha fatto prevedere molte cose, a volte, e' stata anche causa di incomprensioni, di dibattiti vivacissimi''. Parlando dei principi morali che spinsero Cossiga anche a dimettersi dalle sue cariche, Paglia spiega che ciò avvenne ''perché' aveva compreso che era cambiato tutto e bisognava cambiare anche la politica''. ''Purtroppo questo non fu compreso'', conclude, ma ''gli anni successivi gli hanno dato ragione''. La notizia della scomparsa di Cossiga compare in prima pagina sull'Osservatore Romano, in edicola da questo pomeriggio. ''E' stato uno degli uomini politici italiani più longevi e, al tempo stesso, più controversi e prestigiosi'', si legge nell'articolo che comprende le principali tappe biografiche e politiche dell'ex capo dello Stato. Nelle pagine interne, il quotidiano della Santa Sede pubblica un 'coccodrillo', dal titolo ''Uno statista cristiano'', e ampi stralci di un lungo articolo scritto dallo stesso Cossiga nel 2009 per la rivista ''Vita e pensiero'', dedicato al pensiero del cardinale John Henry Newman, il porporato britannico dell'800 che sarà beatificato il 19 settembre a Birmingham da Benedetto XVI. Vedi anche