L’ultimo viaggio - In ricordo di Pasquale "Lillo" Bastreghi

di Giuliano Lenni
“Io credo: risorgerò, questo mio corpo vedrà il Salvatore!” Voglio cominciare questo ricordo con la citazione breve del famoso Salmo 140 dei Defunti, poiché ritengo che racchiuda in sé l’essenza dell’essere Cristiano. La vita materiale termina e l’anima si innalza verso la visione del volto di Gesù Salvatore. Pasquale Bastreghi, conosciuto da tutti con lo pseudonimo di “Lillo”, ha vissuto la vita terrena nel pieno rispetto delle regole cristiane, pur con le imperfezioni tipiche di ogni uomo. Ha portato la sua croce, soffrendo in maniera importante negli ultimi due anni della sua vita, confortato e accudito dalla moglie Giuseppina e dalla cara figlia Carla in maniera esemplare e semplice, tipica dell’amore disinteressato. Figlio di una grande famiglia contadina è stato il primo “single” della Valdichiana quando, negli anni ’40, lasciò la casa paterna per intraprendere il proprio percorso di vita. Di lui mi piace ricordare la sua personalità riflessiva, gli aneddoti di vita vissuta e le frasi e battute misurate, di una saggezza tale, da essere adatte per essere scolpite nella pietra ad eterna memoria. Ci sarebbero tanti particolari che potrei ricordare, ma so che a lui non avrebbe fatto piacere parlare della sua vita privata. Tuttavia uno lo voglio citare, dato che  mi è rimasto impresso: una volta mi ebbe a dire che aveva un solo ricordo della sua mamma, morta quando lui aveva solo tre anni. Infatti se la ricordava nel letto di morte, un’immagine che non avrebbe mai più cancellato dalla memoria. Ebbene, spero che adesso possa rincontrare quella mamma tanto bramata e mai purtroppo goduta, affinché abbia tempo per regalargli l’affetto che non ha potuto infondergli nella vita terrena e se è vero che, come diceva Cicerone, “la vita dei morti sta nella memoria dei vivi”, il ricordo di Lillo rimarrà impresso nei cuori dei molti che lo hanno conosciuto e apprezzato come uomo onesto e di grande rigore morale.