L’ennesima primavera

Una passeggiata in un luogo tranquillo, dove addirittura vengono a girare alcune scene di films per la televisione, tanto è bello. Una tiepida serata primaverile tra i tigli di un viale alberato, con i bambini che giocano nel giardino comunale e la fontana che incessantemente eroga acqua ai pesci rossi carenti di spazio per nuotare. Un antico convento di suore che sembra essersi fermato nel tempo e un centro storico inanimato, ma che rende la camminata tranquilla e priva di frenesia. Mentre ti godi tutto questo ti imbatti in un personaggio che non credevi che esistesse più, un prete molto anziano, che ha ancora voglia di fermarsi a giocare con i bambini, pronto alla battuta gentile e affettuosa ed in grado di dispensare agli adulti una saggezza mista di cultura e aneddoti di una vita passata tra la gente del luogo che passando saluta con affetto segno di una fede e di una vocazione verso il prossimo sincera. L’anziano parroco si è seduto accanto a noi, in un tavolo del bar del paese e ci ha raccontato di quando, ancora giovane e dinamico, si recava nei centri storici vicini e nelle chiese per compier il suo sacerdozio o per andare a trovare un parente o un amico. Conosceva molto bene Montepulciano e le sue principali Chiese, soprattutto Sant’Agnese nella quale si era recato molte volte ad onorare la Santa, ma anche altri siti religiosi che nel tempo aveva frequentato. Ci descrisse, in modo semplice e veloce, molte opere che decoravano la chiesa di cui era parroco, opere di grande importanza storico-artistica che secondo il suo parere non erano valutate per quello che erano, venendo quasi nascoste al pubblico chissà per quale recondito motivo. D’un tratto si ricordò di essere in avanti con l’età e in uno slancio di estrema amarezza mista a ironia di circostanza ci disse che era molto vecchio e che per lui era una buona occasione vivere ancora un’altra primavera ed era felice di poter respirare la fresca aria rigenerante della stagione. La sera primaverile tardava a finire, passando da un interessante discorso all’altro con il benevolo prete, ma alla fine dovemmo congedarsi da lui perché la piccola bambina non vedeva l’ora di sdraiarsi sul suo lettino per fare una bella dormita. Lungo la strada del ritorno rammentai mentalmente alcuni discorsi mi erano rimasti più impressi nella mente e dentro di me augurai al buon parroco di vedere ancora molte primavere prima di congedarsi da un mondo che ha ancora bisogno di persone come lui, che sanno insegnarti la buona educazione e riescono a infonderti nella mente la serenità necessaria a tirare avanti nel bene e nel male in maniera disinteressata e piena di slancio nei confronti della vita. Giuliano Lenni