Impressioni d’estate
Impressioni d'estate
di Giuliano Lenni
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L’estate arrivava nella nostra mente come una liberazione. La scuola terminava, bene o male, cominciavano i primi bagni di sole in piscina o al mare, Montepulciano si animava di qualche turista e di molti ragazzi e ragazze che venivano a passare le vacanze nella nostra città e avevano inizio tutti quei riti che ci accompagnavano fino a settembre quando inesorabilmente la scuola riapriva i battenti. I primi ad essere felici erano quelli che erano stati promossi senza materie a settembre, per i settembrini infatti incombevano le ripetizioni durante la calura estiva ed erano senz’altro un po’ meno tranquilli ma tant’era. Chi aveva la fortuna di avere amici con la macchina poteva arrivare fino alle terme di Bagno Vignoni, Bagni san Filippo o di San Casciano, a fare il bagno nell’acqua calda che scorreva lungo i torrenti naturali cosiddetti bianchi dal deposito calcareo lasciato dall’acqua sulfurea, tornando a casa maleodoranti che qualche volta si dovevano cambiare in garage se non volevano sentire le proteste degli altri familiari indispettiti! Il mitico giardino di Poggiofanti iniziava la stagione quando la Marina, dopo la lunga pausa invernale, riapriva il piccolo chalet che conteneva tutte le leccornie possibili per l’epoca, compresi i cremini e le spume ai vari gusti. C’era chi giocava a biliardino e chi con i flipper, ma c’erano anche alcuni temerari che impazzavano nelle altalene per fare il salto più lungo e vincere un ghiacciolo offerto dai perdenti. Le panchine del giardino erano gremite di ragazzi e ragazze a debita distanza, con i ragazzi che parlavano di calcio e le ragazze di cosa non si sa, ma ridevano in continuazione forse per attirare qualche sguardo mascolino su di loro. La mattina Montepulciano era deserta, sia perché si dormiva fino a tardi sia per il fatto che qualcuno andava ad aiutare il babbo o la mamma nei rispettivi lavori per racimolare qualche lira per i propri svaghi. Verso le cinque del pomeriggio arrivavano le prime anime accaldate dal lavoro o stropicciate dalla piscina e piano piano ci si riuniva per organizzare qualcosa. Dal giardino ci si avviava per il corso verso Piazza Grande dove magari già fervevano i preparativi per la Mostra dell’Artigianato o per il Bruscello e c’era già chi montava le tribune in legno per ospitare gli spettatori del Cantiere d’Arte, che animavano le serate calde di tutti noi. Tra i divertimenti estivi il più gettonato era senz’altro l’indianata, un gioco che veniva organizzato da un gruppo di ragazzi che, dandosi un nome inventato, dovevano chiamarsi a giro battendo le mani sul tavolo o sulle proprie gambe e chi sbagliava doveva scolarsi un intero bicchiere di vino rosso posto al centro del cerchio, quindi le sbornie, pur leggere, non mancavano mai. Una sera per fare i gradassi andammo a cercar fantasmi in una famosa villa verso Buonconvento. Arrivati lì ci acquattammo a spiare il giardino e le finestre per scoprire qualche anima vacante, ma, appena una finestra cigolò lentamente ci sembrò a tutti di vedere ombre sinistre che avanzavano e coraggiosamente scappammo dentro al furgone di Buzzo che parti di volata e, impauriti, non ci voltammo fino a Montepulciano. Le gite a San Biagio erano all’ordine del giorno, e ci intrattenevamo sul prato a bere birra e a giocare a pallone e ogni tanto c’era chi con la chitarra accompagnava canzoni e stornelli improvvisati a rallegrare l’intera compagnia. Ogni tanto, dal gruppo, perdevamo qualche ragazzo o ragazza che partiva per il mare o la montagna con la famiglia e allora rimanevamo in pochi a gironzolare senza meta, ma quando arrivava il nostro turno per le vacanze allora si che eravamo felici di andarci a tuffare nell’acqua di qualche zona marina, per rinfrescarci e per essere più liberi dai legami familiari. Ricordo con benevolenza quelle estati poliziane degli anni ottanta, che hanno rappresentato un momento di vita felice e spensierata di un’intera generazione che oggi, giunta all’età adulta, si è persa nei meandri della quotidianità. Eppure in qualche momento, sentendo dei vocii o una musica in lontananza di moda in quell’epoca, mi ritornano in mente dei ricordi veloci e nitidi che mi strappano un sorriso solitario e pieno di evocazione e mi fanno ritornare col pensiero a quelle sere d’estate difficili da dimenticare.