Il professore


In ricordo del professor Emo Barcucci.
Un’andatura morbida, scanzonato e sempre pronto alla battuta misurata. Galante con le signore e un sorriso sereno sempre aperto a chiunque. Una grande cultura che non sfoggiava mai, tanto la intuivano subito tutti. Un lavoratore infaticabile, affidabile e realistico. Un grande insegnante, un grande politico, un grande uomo. Insomma, in una parola, il professore. Come tutte le importanti figure delle società di ogni tempo aveva un pubblico favorevole ed uno contrario, comunque mai dei nemici. Dopo un lungo lasso di tempo trascorso nella capitale, come docente e preside, si era rifugiato per sempre nella sua amata città poliziana contribuendo in modo determinante alla nascita di molte associazioni culturali ed economiche, incoraggiando e sostenendo i più giovani ad intraprendere strade che portavano dritto al benessere ed ad un futuro positivo per un intero paese. Aveva intessuto una fitta ragnatela di situazioni favorevoli per Montepulciano e i suoi abitanti, e proprio quando avrebbe potuto provare gioia per il grande lavoro portato a termine e raccogliere i benefici di quanto aveva seminato purtroppo è venuto a mancare in una funesta notte di novembre, nel modo in cui aveva sempre sognato. Nel posto di lavoro, o meglio, nel luogo dove di notte ritrovava la sua serenità e nel silenzio più assoluto scriveva e pensava senza che alcuno lo disturbasse. Quasi un luogo di meditazione estrema. Ed estrema fu l’angoscia quando, al mattino si sparse la voce della sua dipartita. Il tempo sembrò quasi fermarsi e chi lo aveva conosciuto già in cuor suo sentiva un vuoto enorme. Il funerale solenne ebbe luogo nella Cattedrale, affollata come mai. C’erano tutti a salutare e a ringraziare quell’uomo che tanto aveva dato alla comunità. Credo che il professore avrebbe voluto proprio quel tipo di cerimonia, composta e silenziosa. A distanza di molto tempo rimane un vuoto incolmabile per quella figura rassicurante e brillante che ispirava fiducia in tutti e spingeva ognuno a chiedergli consigli e suggerimenti, che naturalmente ottenevano sempre in maniera misurata ed appagante. Le sue intuizioni hanno segnato un’ epoca in modo tale che tutti i cittadini poliziani ne trarranno beneficio per lungo tempo e il suo nome viene ricordato ancora oggi sempre vivo e chiaro nella mente di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo e di conoscerlo. Amava dire la frase commovente “quando non ci sarò più, mi piacerebbe che le persone mi ricordassero dicendo: io l’ho conosciuto”. Ebbene, io l’ho conosciuto. Naturalmente non in modo intenso come un familiare, ma comunque in modo tangibile e abbastanza da poter affermare che il suo nome rimarrà legato per sempre ad una parentesi positiva e difficilmente ripetibile per la nostra città. Resta in me la certezza, che credo di condividere con molti altri, che il suo impegno concreto e amorevole per Montepulciano, sia stato di grande insegnamento per tutti coloro che dovranno adoperarsi per rendere merito alle sue idee illuminate.

Giuliano Lenni